Come diventare insegnante in una scuola privata

   

Diventare docente in una scuola privata potrebbe richiedere molto meno tempo rispetto all’iter per la scuola pubblica.

Per insegnare nelle scuole private è sufficiente inviare la domanda di messa a disposizione presso l’istituto in cui si vuole insegnare e attendere di essere richiamati. Naturalmente la scuola privata deve rispettare le normative vigenti, quindi anche in questo caso per poter insegnare è necessario essere in possesso di un titolo di studio idoneo e dell’abilitazione, che si consegue attraverso la partecipazione al concorso pubblico per docenti.

Come insegnare nelle scuole private: le polemiche

La legge sulla parità scolastica del 2000, voluta dall’allora Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, prevede che anche gli insegnanti degli istituti privati siano in possesso del titolo di abilitazione. Tuttavia, questi docenti non possono rientrare nel piano formativo finanziato dallo Stato perché altrimenti ci sarebbe una violazione dell’articolo 33 della Costituzione, in cui è riconosciuto il diritto di istituire scuole private ma “senza oneri per lo Stato”.

Insomma, c’è il rischio che con le nuove regole per diventare insegnanti ci siano due carriere separate: una per i docenti vincitori del Concorso, che diventeranno di ruolo nella scuola pubblica, e un’altra per quelli degli istituti privati a cui basterà “pagare” per avere la possibilità di insegnare.

L’articolo 15 della delega presentata alle Camere, infatti, permette agli insegnanti delle scuole paritarie di iscriversi anche ai corsi di specializzazione in soprannumero, purché le spese d’iscrizione siano a carico loro. Quindi ai prossimi corsi di specializzazione (previsti nel primo anno di tirocinio) potranno accedere non solo i vincitori del concorso ma anche coloro che aspirando ad una cattedra in una scuola privata pagheranno di tasca propria.

Così si rischia che la scuola privata sia la seconda scelta per tutti gli insegnanti che non vinceranno il nuovo Concorso Scuola.

L’onorevole Manuela Ghizzoni (Pd), relatrice della delega sul reclutamento, però difende l’operato del Miur smentendo questa ipotesi: “Non credo che alle scuole secondarie paritarie si indirizzeranno solo coloro che non sono riusciti ad entrare nel nuovo sistema di accesso al ruolo previsto per quelle statali. Anzi. Proprio perché le due carriere si separeranno, chi sceglierà la paritaria lo farà perché crede in quel progetto educativo”.

Quel che è certo è che nei prossimi anni le paritarie non saranno più considerate come una semplice opportunità con cui fare punteggio per salire in graduatoria.

Lavorare nelle scuole private: stipendio

La questione che riguarda lo stipendio è un po’ spinosa e non è possibile fare un discorso generale. Esistono diverse varianti da tenere in considerazione, prima fra tutte le ore, ovviamente meno si lavora e meno si guadagna. Inoltre, lo stipendio di un insegnante che lavora in una scuola privata è decisamente inferiore rispetto a quello recepito da un insegnante della scuola statale; per 18 ore di lavoro lo stipendio può essere tra le 800 e le 900 euro, ma c’è la volontà da parte del Parlamento di emanare una legge che garantisca un aumento di circa 100 euro lordi al mese, cifra alla quale si arriverà gradualmente nell’arco del prossimo triennio.

Diventare insegnanti è ancora il sogno di molti e, proprio perché si è in tanti c’è più concorrenza, ci sono forse troppe domande e pochi posti; lavorare nelle scuole private, però, permette di fare esperienza e di accumulare punteggio.

Per una candidatura nella scuola pubblica, è invece possibile, oltre alla messa a disposizione, iscriversi a supplenti.it il più grande database di curriculum di insegnanti.

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